L’Europa è in sintonia con gli obiettivi previsti dall’Onu sullo sviluppo della linea veloce. Nonostante si registri un aumento dei contratti di banda larga, il 37% della popolazione è ancora senza connessione. In ogni parte del globo sono aumentati i prezzi dei servizi di banda larga che hanno ampliato ulteriormente il divario digitale tra paesi più e meno sviluppati. Banda ultra larga: L’Europa mantiene i prezzi più competitivi ma aumenta il digital divide.

Anche in Europa si è rilevato un incremento del 12%. Eppure è l’unico continente che rimane coerente agli obiettivi della Broadband Commission fissati al 2025 (almeno per quanto riguarda la linea fissa) con tariffe che non superano il 2% del Gni (Gross national income o reddito nazionale lordo).

A diffondere la notizia è il nuovo report The affordability of Tct service 2021 prodotto dalla collaborazione tra ITU (International Telecommunication Union) e A4Ai (Alliance for Affordable Internet).

I dati:
Mediamente il costo della broadband è aumentato del +8% in tutto il mondo, valendo il 3,5% del reddito nazionale pro capite nel 2021 rispetto al 2,9% del 2020. Anche i prezzi della banda mobile sono sbalzati arrivando al 2% del Gni pro capite rispetto all’1,9% del 2020.

L’indagine ha esaminato le tariffe di cinque diversi servizi broadband:

  • mobile solo dati 2GB
  • dati mobili basso consumo di servizi voce
  • dati mobili alto consumo di servizi voce
  • mobile cellulare
  • banda larga fissa

I risultati:
La Cina è in testa tra tutti i paesi per tariffe più accessibili.
In generale, la Broadband fissa è il servizio più costoso: i paesi a basso reddito pagano circa 28 volte in più di quelli a reddito alto. Questo sbalzo di prezzi è causato dall’aumento delle tariffe mentre per le altre tipologie di abbonamento si pensa che i rincari siano riconducibili alla crisi economica causata dal Covid.

L’ Europa è l’unico continente dove la banda larga fissa prevede costi che non vanno oltre al 2% del reddito nazionale medio. In Africa il prezzo dello stesso servizio corrisponde a quasi il 20% di uno stipendio medio al mese.

Il costo medio del pacchetto dati mobili e basso utilizzo di servizi voce, si attesta a livello globale intorno al 2% del pil mensile pro capite, senza registrare aumenti elevati, rimane comunque poco accessibile. In Africa la broadband con dati mobili e basso utilizzo dei servizi voce costa 12 volte in più che in Europa. In Europa ci sono i prezzi più competitivi del mondo, mentre nelle Americhe si sono verificati gli aumenti più consistenti.

Ancora più alti i costi delle tariffe dati mobili e alto consumo di servizi voce. Per i paesi più ricchi rappresentano circa il 21,5% del Gni mensile pro capite. Ancora una volta l’Europa mantiene i prezzi più economici.

I prezzi della banda larga mobile su rete cellulare a livello globale sono in diminuzione all’1,3% del reddito medio pro capite anche se nei paesi con basso reddito sono ancora piuttosto elevati.

Lo studio conferma che la pandemia ha accelerato la diffusione di una connettività universale rendendo quasi indispensabile l’accesso ad internet per svolgere attività quotidiane: smart working, dad, fruizione di contenuti streaming. Bisogna affrontare la problematica dei prezzi per renderli più abbordabili e conquistare una connettività valida e conveniente per tutti.

Alla luce di questi calcoli, l’ITU ha avviato la piattaforma Partner2Connect (P2C) per rafforzare le azioni volte alla riduzione del digital divide. Partner2Connet vuole trovare la sinergia perfetta tra aziende, governi, università, ricercatori, società civili per procedere verso una trasformazione digitale sostenibile.

Hanno già aderito al progetto importanti realtà tra cui: Giz (Agenzia per la cooperazione internazionale), Microsoft, Vodafone.

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